Packaging ovvero l’arte di vestire il prodotto

Abbiamo chiesto alla Oltr3, azienda di Roma operante nel settore del Packaging, di relazionarci una mini storia sull’argomento , inclusi gli ambiti di applicazione e le dinamiche che vi sottintendono. Ci hanno così risposto:

All’inizio fu semplicemente un’esigenza avvertita unicamente in campo alimentare. Viscere, terracotte, fogliame e canne svuotate furono le prime soluzioni per contenere e trasportare.

Intorno al 1400, a fronte dell’avvento della stampa su carta, iniziò a svilupparsi la prassi dell’etichettatura.

Nel diciannovesimo secolo, con lo sviluppo della produzione industriale nacquero le prime tecnologie in grado di produrre contenitori e simili.

Nacquero infatti la prima macchina per la produzione del vetro, quella per la produzione della plastica, quella per la produzione del cartone ondulato.

A seguire venne avviata anche la produzione di cellulosa e nel 1902 si ebbe la prima realizzazione in scala industriale delle bottiglie di vetro.

Da lì in poi si svilupparono in maniera esponenziale delle vere e proprie architetture per rivestire e contenere un prodotto alimentare e non che fosse, ovvero nacque quello che oggi viene definito Packaging Design.

Ben presto, con l’offerta in larga scala del prodotto, si prese atto che un contenitore piuttosto che una confezione, piuttosto che un imballaggio non avevano semplicemente un importanza funzionale, avevano anche un’importanza emozionale, capace di condizionare l’approccio a quel prodotto da parte del Cliente, di decretarne il successo in via preventiva.

I parametri essenziali che da quel momento in poi avrebbero definito il Packaging, furono quelli destinati alla conservazione, alla protezione, alla inalterabilità e quelli destinati alla capacità di sedurre, di attrarre, di partecipare alla composizione dell’immagine del brand.

Allo stato attuale il Packaging viene declinato in svariati contesti. Abbiamo così questi ambiti

  • Packaging Alimentare suddiviso a sua volta in vari settori, da quello per bevande a quello compostabile, da quello per la catena del freddo a quello per il take away.
  • Packaging Farmaceutico per i prodotti farmaceutici e medicali. Focalizzato sulla protezione del prodotto e sulla sua inalterabilità.
  • Packaging dei Prodotti di Lusso, focalizzato sulla qualità dei materiali impiegati e sulla raffinatezza de design.
  • Packaging dei Cosmetici finalizzato alla conservazione delle essenze e delle caratteristiche organolettiche del prodotto nonché alla capacità seduttiva del design.
  • Packaging della Logistica, incentrato sulla produzione di scatole (quasi sempre di tipo Americano con cartone ondulato) finalizzate al trasporto e all’immagazzinamento.
  • Packaging dei prodotti industriali e chimici, incentrato sulla specificità dei materiali, sull’informazione e sull’etichettatura, con una particolare attenzione alla pericolosità e dispersione del prodotto per usi fuori contesto.

L’importanza che viene riconosciuta al Packaging è tale che talvolta, non è più considerata subalterna a quella del prodotto stesso.

La percezione visiva del prodotto, pertanto la forma e i colori della confezione, con a seguire la tipologia dei materiali impiegati, rappresenta il primo contatto tra l’Azienda madre ed il Cliente.

Investire in quel contatto si è rivelato sempre più proficuo.

In alcuni casi si è arrivati persino ad integrare le percezioni visiva e tattile con quella olfattiva, imprimendo al materiale usato per la confezione un aroma accattivante.

Gli aspetti appena menzionati appartengono alla sfera emotiva del Cliente e ne condizionano lo stato d’animo con il quale lo stesso entra in contatto con quella certa proposta commerciale.

Questo meccanismo introduce la cultura del Packaging in un ambito squisitamente psicologico, lì dove le emozioni che vengono attivate da quella certa confezione devono essere in linea con quella che sarà la realtà del prodotto stesso.

Se tra le sensazioni provocate dal Packaging e le caratteristiche del prodotto vi fossero delle dissonanze, il risultato sarebbe negativo e quella seduzione iniziale si tradurrebbe in una disattesa.

Quest’ultima potrebbe scaturire non solo da aspetti estetici, potrebbe scaturire anche da diversi livelli di informazione, da diversi livelli di materiali impiegati, da diversi livelli di tecnologia e questo fenomeno potrebbe svilupparsi in entrambe le direzioni.

Un rivestimento semplice potrebbe insinuare dei dubbi nei confronti di un prodotto altamente tecnologico, un confezionamento ricercato causerebbe delusioni lì dove il prodotto appena scartato risultasse quantomeno naif.

Una ricercata boccetta di profumo insinuerebbe nell’acquirente delle attese che se deluse da una essenza banale risulterebbero percepite alla stregua di un imbroglio.