FISCO, GIUSTIZIA TRIBUTARIA: GLI UFFICI SOCCOMBONO IL 45,4% DELLE VOLTE IN PRIMO GRADO

Luigi Casero, sottosegretario all’Economia e’ intervenuto ieri a Roma alla “Giornata celebrativa della giustizia tributaria”, presso la Corte di cassazione, sotto la guida del presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, Daniela Gobbi.
Nell’intervento casero ha comunicato le aperture del ministero dell’ Economia , un sì al contributo unificato e apertura sulla conservazione del doppio grado di giudizio per il processo tributario. Ma anche necessità di un’accelerazione sul processo tributario telematico. Comunicando anche un inasprimento delle norme sull’incompatibilità e comunque più risorse per la formazione dei giudici.
A partire dalla relazione del presidente Gobbi, i diversi interventi hanno sottolineato l’andamento della giustizia tributaria, con una ripresa del contenzioso, secondo un trend iniziato già nel 2007 e continuato nel 2010, anno in cui nel complesso le cause giacenti sono aumentate di oltre 30mila. Con una crescita anche delle soccombenze delle pubbliche amministrazioni, passate dal 37,2% del 2009 al 45,4 del 2010, per quanto riguarda il primo grado. Presso le commissioni regionali, invece, l’esito cambia a seconda di chi presenta il ricorso: se l’appello è dell’ufficio, questo perde nel 56% dei casi; se lo fa il contribuente, la soccombenza dell’ufficio cala al 31 per cento. I numeri tornano “in pari” sugli importi: il valore delle cause concluse a favore delle pubbliche amministrazioni ammonta a 5,6 miliardi di euro nel 2010, mentre per le vittorie dei contribuenti si arriva a 5,7 miliardi. Le cause più o meno alla “pari” valgono circa 2,5 miliardi. Inoltre lo scorso anno le richieste di sospensive delle cartelle è aumentata del 30 per cento.

Quando dal 1° luglio le cartelle saranno direttamente esecutive – lancia l’allarme Gobbi – ci sarà un’impennata delle richieste.
Non e’ scongiurata pero’ l’ ipotersi di uno sciopero dei giudici a partire proprio dal 1° luglio,
come fatto capire dal presidente dell’associazione magitrati tributari, Ennio Sepe. Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia, sottolinea che le aperture di Casero sul contributo unificato mirano a dare più fondi alla giustizia tributaria, non semplicemente ad adeguare i compensi: quindi possono indicare un’apertura al pagamento per i giudici anche dei provvedimenti adottati per decidere sulle istanze di sospensiva.
Sul doppio grado di giudizio si nota un netto strabismo dei diversi soggetti: il ministero dell’Economia guarda alla situazione degli altri paesi europei dove c’è un solo grado, mentre i giudici tributari guardano le altre giurisdizioni italiane, dove quella tributaria è una specie di “punta di lancia” per l’efficienza. Anche Michele Vietti, vicepresidente del Csm, sottolinea quanto sarebbe problematica l’eliminazione di un grado di giudizio nel nostro ordinamento, sul piano delle garanzie. Su questo Casero ammette la possibilità di interventi diversi, a partire da soluzioni che prevedano diversi trattamenti per le questioni di minore importanza, che sono in realtà gran parte di quelle che giungono alle commissioni.
Favorevole al mantenimento del doppio grado di giudizio, in un sistema che accelera sull’accertamento e la riscossione, per mantenere garanzie sufficienti ai contribuenti, si dicono Claudio Siciliotti, presidente dei dottori commercialisti, e Roberto Lunelli, vicepresidente dell’Anti.

Sulle garanzie si è soffermato anche Guido Alpa, presidente del Cnf, che ha insistito perché le misure esecutive non possano iniziare prima di una pronuncia del giudice. Al momento il vero tappo di bottiglia della giurisdizione tributaria resta la Cassazione. Il primo presidente della Corte, Ernesto Lupo, ha ricordato che la sezione tributaria raccoglie circa il 30% dell’arretrato complessivo di tutte le cause civili della Corte. E il presidente titolare della Sezione, Fernando Lupi, ha spiegato che, con 40 giudici in servizio e 6 presidenti, la sezione in tre anni potrebbe smaltire l’arretrato, ma al momento, anche con il tasso attuale di produzione di 360 decisioni all’anno per ciascun giudice, l’arretrato è destinato ad aumentare.