I punti cardine della Riforma Costituzionale 2016

button-32259_800x400Stando a quanto è emerso dai recenti sondaggi politici in merito al referendum del prossimo 4 dicembre, ancora una buona parte degli italiani non ha preso una decisione o è in forte dubbio. C’è ancora qualche tempo per approfondire l’argomento oggetto del referendum e riuscire a formarsi un’opinione consapevole.

Oggi indaghiamo i punti cardine della Riforma Costituzionale 2016, ovvero le più importanti modifiche che l’approvazione del nuovo testo comporterebbe.

Il potere legislativo con la vittoria dei Sì andrebbe alla Camera dei Deputati, assieme alla funzione di votare la fiducia al Governo.

Il Senato diverrebbe un organo di rappresentanza delle Regioni, in base al peso demografico di ognuna, scegliendo componenti appartenenti ai consigli regionali e alla carica di sindaco. Ridotto numericamente da 315 componenti a 100 il Senato avrebbe ancora il diritto di consigliare la Camera in merito alle leggi, ma senza potere vincolante. I Senatori percepiranno come unica indennità il proprio stipendio legato alla carica regionale ricoperta, ma verranno loro rimborsate le spese e offerta l’immunità.

Cambiano anche le elezioni dei giudici della Corte Costituzionale: due Giudici della Corte Costituzionale verranno eletti dalla Camera e tre dal Senato.

La riforma costituzionale prevede una modifica anche nel processo di elezione del Presidente della Repubblica, più nello specifico nel raggiungimento del quorum.

Un’altra parte fondamentale della nuova riforma della Costituzione appartiene al Titolo V. Per ridurre le conflittualità tra Stato e Regioni per le competenze legislative, esse vengono riportate in mano allo Stato. Lo Stato diverrà titolare delle competenze in merito a energia, infrastrutture strategiche e protezione civile.

La modificazione dello stesso titolo comporta l’eliminazione delle Province dalla Costituzione, mossa fondamentale per poter procedere alla loro abolizione definitiva al fine di risparmiare sui costi delle amministrazioni pubbliche.

Sempre per ridurre i costi del Paese, la modifica propone l’abolizione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, un organo istituito al fine di consigliare il Parlamento in materia economica e professionale, oggi non ritenuto fondamentale per la crescita del Paese.

La nuova riforma costituzionale prevede notevoli cambiamenti anche in merito alla richiesta di referendum e alle proposte di iniziativa popolare. Per richiedere un referendum sono ancora necessarie 500.000 firme, ma se la cifra raggiunta raggiunge le 800.000 firme il quorum per l’approvazione sarà ridotto.

Il referendum propositivo è un nuovo sistema di interrogazione popolare su temi di attualità che viene introdotto al fianco degli altri.

Per quanto riguarda invece le iniziative di legge popolari saranno necessarie 150.000 firme che la Camera dovrà esaminare in tempi stabiliti.